Studi recenti hanno evidenziato notevoli benefici del CBD nel trattamento delle sindromi piscotiche.
La psicosi è una malattia mentale caratterizzata da allucinazioni uditive o visive (sentire voci o vedere cose inesistenti), da deliri come convinzioni forti e infondate (cospirazioni, complotti, persecuzioni). Da 60 anni le terapie a base di farmaci antipiscotici hanno un’efficacia limitata ma possono causare anche seri effetti collaterali.
Il professor Philip McGuire, del King’s College London, Institute of Psychiatry, Psychology and Neuroscience, è l’autore dello studio in cui si osservano i benefici del CBD (cannabidiolo, estratto della cannabis) nel trattamento dei pazienti pazienti affetti da schizofrenia: un evidente miglioramento dei sintomi psicotici.
I risultati, pubblicati sull’American Journal of Psychiatry, affermano chiaramente che siamo davanti ad una novità nel campo: Questo è il primo test sul CBD nel trattamento della schizofrenia.
I sintomi psicotici
I sintomi della psicosi possono essere transitori e reversibili, a seguito di traumi o l’assunzione di sostanze stupefacenti, ma anche in molte malattie mentali, e si manifestano come episodi di breve durata. Infatti i disturbi psicotici possono essere presenti nella demenza, nei disturbi dell’umore, in quadri clini depressivi e in gravi forme di depressione bipolare.
Sono invece sintomi persistenti e altamente invalidanti nella paranoia, nel disturbo bipolare e nella più grave di tutte le diagnosi, ovvero nella schizofrenia.
Quest’ultima colpisce una persona su cento, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza e dal luogo di provenienza: poveri e ricchi, laureati e analfabeti, possono essere ugualmente colpiti da questa patologia senza cura, tanto da essere definita ubiquitaria, anche se l’ambiente in cui vive la persona è fondamentale per la manifestazione dei sintomi e il decorso della malattia .
Il CBD e i suoi vantaggi
Nello studio del Kings College di Londra, per 6 settimane, 83 pazienti schizofrenici, provenienti dal Regno Unito, dalla Romania e dalla Polonia, sono stati sottoposti per metà al trattamento con CBD, associato ai consueti farmaci antipsicotici, e per metà ad un placebo. I ricercatori hanno riscontrato miglioramenti statisticamente significativi nei sintomi rispetto al gruppo trattato con un placebo.
Gli stessi ricercatori hanno individuato anche migliori prestazioni cognitive, ma queste non erano statisticamente significative.
Il CBD ha un effetto sostanzialmente opposto al delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), il principale principio attivo nella cannabis è la sostanza che provoca paranoia e ansia, al contrario del CBD che piuttosto sembra ridurre proprio questi effetti (anche nell’assunzione combinata). Inoltre il CBD non è stato associato a significativi effetti collaterali e come già detto più volte è un principio attivo già testato sull’umo.
L’assenza di effetti collaterali è molto importante, in quanto i pazienti possono essere riluttanti ad assumere farmaci antipsicotici a causa delle preoccupazioni relative proprio agli effetti secondari.
Sebbene non sia ancora chiaro esattamente come funziona il CBD, sembra agisca in un modo diverso rispetto ai farmaci antipsicotici e quindi potrebbe rappresentare una nuova classe di trattamento.
Ora sono necessari studi più ampi per confermare questi risultati su altri gruppi di pazienti.
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