Facciamo subito una distinzione: la cannabis per uso terapeutico e quella per uso ricreativo non sono la stessa cosa.
I farmaci a base di canapa utilizzati in campo terapeutico sono derivati della ricerca farmacologica: i principi attivi della pianta (THC e CBD ma non solo: la cannabis infatti produce 113 diversi cannabinoidi) vengono sintetizzati e stabilizzati (in gergo titolati) in laboratorio e posseggono valori percentuali ben al di sopra dei massimi previsti dalla Legge italiana per la compravendita senza prescrizione medica (massimo lo 0,6% di THC).
Questo presupposto è necessario perché sul tema c’è molta confusione e capita spesso di trovare indicata come canapa terapeutica quella che molto semplicemente può essere venduta, acquistata e consumata per i più svariati scopi (ricreativi appunto).
In Italia la cannabis per uso terapeutico è stata introdotta dal 2006. Ad oggi la produzione italiana di infiorescenze di canapa per uso terapeutico non è sufficiente a fronteggiare la richiesta del mercato. La prescrizione di medicinali a base cannabinoide è a discrezione del medico che può decidere di ricorrervi solo ed esclusivamente nel caso i trattamenti tradizionali non abbiano avuto sufficiente effetto o non vengano tollerati dal paziente. Nello specifico, il medico può prescrivere tali farmaci solo nei seguenti casi:
– per alleviare il dolore di spasmi spastici dovuti a sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale;
– per alleviare il dolore cronico (con particolare riferimento a quello causato da danni al sistema nervoso) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace;
– per limitare l’insorgere di nausea e vomito dovuti a chemioterapia, anoressia o terapie per HIV;
– come stimolante dell’appetito in casi di cachessia, anoressia (anche nervosa) o perdita dell’appetito in pazienti oncologici o malati di AIDS;
– per ridurre l’ipertensione oculare nel glaucoma;
– per limitare l’eccesso di movimenti involontari di corpo e volto nella sindrome di Tourette;
– con effetto di broncodilatatore per chi soffre di crisi di asma.
Importante sottolineare che non basta l’occorrere di una di queste tipologie; per la prescrizione medica è necessario che le terapie convenzionali siano state tentate sul paziente e non abbiano avuto riscontro positivo.
Una volta diagnosticata una delle patologie di cui abbiamo parlato, il paziente che desidera avviare una terapia integrativa a base di cannabinoidi dovrà recarsi da uno specialista per farsi prescrivere un piano terapeutico da presentare e far sottoscrivere alla ASL che si dovrebbe fare carico delle spese e della regolare fornitura dei medicinali. In alternativa, il paziente può recarsi presso una farmacia fornita di medicinali contenenti cannabis terapeutica e gestire in proprio la fornitura degli stessi (chiaramente sostenendo autonomamente la spesa che si aggira intorno ai 12 euro al grammo per terapie che in media prevedono il consumo di 100-150 grammi di farmaco al mese).
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